Storyweek #18

Abbiamo selezionato per voi alcune tra le notizie sul digital marketing e sulla comunicazione che ci hanno ispirato di più durante questa settimana. Da un articolo sui più bei commencement speech della storia americana, alle tre domande che ogni CEO dovrebbe porsi prima di pianificare un’efficace strategia di web marketing. Vedremo anche perché Facebook sta perdendo popolarità e i Millennials stanno virando versi altri socialnetwork.

 

#01

Gli interventi dei CEO, dei presidenti americani e degli scrittori nelle università, i cosiddetti commencement speech, sono diventati momenti importanti della comunicazione politica e d’impresa. I filmati di questi discorsi nelle università generano milioni di visualizzazioni e trasmettono i loro messaggi alle generazioni future, perpetuando l’eredità culturale e la visione di chi parla. Le frasi pronunciate durante un commencement speech diventano rapidamente cult e virali sul web.

#02

Fino a poco tempo fa Facebook aveva dominato il panorama dei social media tra i giovani, ma secondo un nuovo sondaggio del Pew Research Center, non è la piattaforma online più popolare tra gli adolescenti . Oggi, circa la metà (51%) degli adolescenti statunitensi tra i 13 e i 17 anni afferma di utilizzare Facebook molto meno rispetto a altri socialnetwork come YouTube, Instagram o Snapchat.

#03

Uno degli errori che spesso gli imprenditori commettono, quando hanno un’idea di business, è quello di non analizzare il mercato. Luca De Berardinis, consulente e docente Web Marketing Strategico presso Ninja Academy ci suggerisce le tre domande che ogni CEO, dovrebbe porsi prima di pianificare un’ efficace strategia di web marketing.

#04

Occuparsi di cultura contemporanea significa ragionare costantemente sul significato del termine innovazione, che poggia su un presupposto, il cambiamento. La cultura, quindi, è innovazione. Se, nella definizione, il termine innovazione rappresenta l’introduzione di sistemi e criteri nuovi, nella pratica è fondamentale connotarne l’orientamento.
Per le organizzazioni e le imprese, così come per gli individui, l’innovazione non deve essere un fine, ma un mezzo, una via per guardare al futuro costruttivamente.